Se la realtà del mercato virtuale dell’arte avanza sempre più nuove proposte nel mondo della Crypto Arte, accanto ad esse non mancano però anche le prime truffe per “falsi d’autore”.
È capitato proprio qualche giorno fa che un misterioso compratore sia incappato in un’asta online dove si vendeva il primo NFT del ricercatissimo street art Banksy, che per l’eccezionalità della cosa si era spinto a cacciare addirittura il 90% in più di quello che fino a quel momento era stato offerto, aggiudicandoselo per 338.000 dollari.
Appena fatta l’offerta però l’asta si è improvvisamente conclusa insospettendo l’acquirente, che ha “denunciato” l’accaduto con un post di Twitter. La risonanza mediatica che ne è conseguita ha portato il team di Banksy ad intervenire dichiarando che qualsiasi possibile asta di NFT di Banksy non è in alcuna maniera legata al famoso street artist.
La necessità dell’intervento si è verificata perché l’asta online sulla piattaforma OpenSea specifica per la compravendita di NFT portava un collegamento diretto – poi cancellato – al sito di Bansky, che quindi si sospetta sia stato manomesso.
In realtà la truffa si è poi convertita in una “truffa bianca” in quanto l’acquirente alla fine è stato rimborsato dal fantomatico hacker che, forse per paura dopo il polverone alzatosi, ha deciso di tenere per sé solo le commissioni di transizione, pari a circa cinquemila sterline.
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