È in corso, fino al 17 febbraio, il Festival Internazionale del Cinema di Berlino, la prestigiosa manifestazione in cui film internazionali concorrono per il famoso Orso d’Oro e d’Argento. Oltre 400 film distinti in 5 sezioni in cui si dà spazio a novità e produzioni indipendenti, a documentari di carattere politico e sociale legati al contemporaneo, a pellicole per bambini e ragazzi.
Quest’anno per esempio nella sezione Berlinale Special è presente il documentario canadese Anthropocene: The Human Epoch che lancia prepotente un messaggio di responsabilità dell’uomo nei confronti della natura, drammaticamente mutilata, annientata, trasformata dall’incosciente azione umana. Per questo documentario ha collaborato anche Edward Burtynsky, fotografo canadese conosciuto in tutto il mondo, capace di “trovare la bellezza estetica in luoghi improbabili”.
Tra i film che per accoglienza di pubblico e stampa possono ambire agli agognati riconoscimenti spuntano l’israeliano Synonymes di Nadav Lapid, i macedoni Gospod postoi imeto i’ e Petrunija (God Exists, Her Name is Petrunya) di Teona Strugar Mitevska e Öndög di Wang Quan’an; Grâce à Dieu di François Ozon, l’epico dramma famigliare cinese Di jiu tian chang (So long, my son) di Wang Xiaoshuai e l’italiano La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi.
I prestigiosi premi comunque non riguardano solo i film ma anche attori, registi, sceneggiatura, colonna sonora e molto altro. Tra questi l’Orso alla carriera a Charlotte Rampling celebrata alla presenza anche di Liliana Cavani, regista e sceneggiatrice italiana che l’ha consacrata in Il portiere di notte del 1974.
Per due settimane Berlino mette le culture a confronto per generare innovazione e qualità e diventa crocevia di attori e registi di fama mondiale. Inoltre non mancano retrospettive storiche per ammirare i grandi classici del passato e l’European Film Market, una piattaforma mercato per case di distribuzione e produzione.
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