Si è aperta ieri 13 novembre 2018, a Palazzo Pitti, un’interessante mostra sulle porcellane esistenti presso il Granducato di Toscana al tempo della dinastia dei Lorena.
L’esposizione si presenta di notevole interesse non solo perché mostra i pregi di fattura e tecnica dell’epoca ma anche perché evidenzia come quelle “fragili” produzioni fossero lo specchio delle sperimentazioni che venivano fatte nelle varie forme d’arte e delle evoluzioni dei gusti e degli stili della società. Per esempio la passione importata a Firenze, soprattutto dai Medici, per il cioccolato e per il caffè, impose la necessità di creare degli appositi contenitori e vasellame specifico che incentivò ulteriormente una nuova produzione di porcellane.
La mostra intitolata “Fragili tesori dei Principi. Le vie della porcellana tra Vienna e Firenze” espone così porcellane di vario genere ma anche dipinti, sculture, commessi in pietra dura, cere, avori, cristalli, arazzi, incisioni e arredi che mostrano come le une risentano delle influenze degli altri. In particolare, grazie a prestiti nazionali ed internazionali e alla collaborazione con la collezione del Principe di Lienhtenstein (Vaduz-Vienna), l’esposizione ripercorre le vicende di due manifatture legate da rapporti di collaborazione che hanno loro permesso di influenzare i gusti di un epoca dettando motivi, forme e tecniche artistiche trasmesse poi nel tempo. Quando infatti il marchese Ginori potenziò le manifatture di Sesto Fiorentino, chiamò a sé Carlo Wendekin Anreiter de Ziernfeld, un pittore austriaco specializzatosi nell’arte della porcellana, e intesse rapporti con l’opificio viennese di Du Paquier, puntando su una produzione di altissima qualità ed internazionale. Difatti oltre a rispondere al gusto fiorentino, le nuove porcellane risentivano degli influssi provenienti dall’Oriente, specie la Cina.
La mostra è visitabile fino al 10 marzo 2019.
Maggiori informazioni sul sito degli Uffizi
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