La giovanissima fashion designer sta bruciando le tappe. “Il mio sogno è diventare una creative director”
“Gli stilisti che osano di più sono Americani o Nord europei. Anche l’Oriente è un punto di ispirazione”
“Mia madre tiene molto alla moda, è stata il mio punto di riferimento: la donna che vorrei vestire”
Partenza da Agropoli, arrivo a Milano. Mezza Italia per seguire il sogno della moda, tra prêt-à-porter e fashion week. È la vita di Sofia Principe, giovanissima fashion designer campana, protagonista del Forces of Fashion organizzato da Vogue per la prima volta in Italia (si è tenuto lo scorso 21 ottobre all’Ex Mattatoio di Roma) e da Achille Lauro, Nick Cerioni, Martina Capriotti, in collaborazione con Golden Goose e lo showroom Mirta. La sfilata che ha visto Sofia lavorare a “Les Enfantes Terribles” ha chiuso la manifestazione, la prima sotto il marchio “Directed by Achille Lauro”, nuovo progetto creativo del cantante e performer, annunciato come un incubatore di idee, esperienze creative, opere fisiche e digitali.
Sofia Principe inizia la sua carriera con un endorsement da prima pagina. Un progetto importante come piattaforma di lancio (al quale hanno partecipato nomi come Alessandro Michele, eletto re designer della moda), che solitamente si tiene a New York. Qui Sofia, on stage, ha iniziato a farsi le ossa in poco tempo e a mettere in pratica quel che ha imparato nel suo percorso di studi.
«Ci hanno dato libertà di interpretazione per creare due outfit sulla base di tre colori, bianco, rosso e nero – racconta la giovane, laureata allo IED di Milano nel dicembre 2022 – Potevamo scegliere se fare abiti maschili, femminili, genderless. Ho scelto il tema di angeli e demoni». Ma come ha avuto inizio il sogno? «A me è sempre piaciuto disegnare fin da piccola. Mia madre tiene molto alla moda, l’ho presa come punto di riferimento: la donna che vorrei vestire. Quando mi fece conoscere la figlia di una sua amica che aveva organizzato una sfilata a Shanghai, mi si aprì un mondo.


Alla fine del quarto liceo scientifico ad Agropoli, avevo deciso di voler intraprendere questi studi. La moda non è solo saper disegnare e imparare a cucire. È il raccordo di vari temi. Storia, filosofia. Ti affacci su tutti i campi».
Nata in Veneto, i suoi genitori tornarono nel Salernitano nel 2006. «La città in cui ho vissuto all’inizio non l’apprezzavo, dopo un po’ inizia a starti stretta, non vedevo l’ora di andare a fare nuove esperienze. Però Agropoli resta una città bellissima che si affaccia sul mare. Tanti ragazzi partono da qui. Però sono rimasta legata a questi luoghi». Il tuffo nel grande mondo della città meneghina non è stato semplice, ma l’intraprendenza di Sofia è stata la pietra angolare del suo successo iniziale. «Andare a Milano è stato strano, anche nelle piccole cose quotidiane. Sono salita al Nord senza conoscere nessuno. Ho un carattere di base molto timido, è stato un salto di crescita personale. Capisci che ci sono ragazzi come te che vengono da ogni parte d’Italia e stringi legami. Milano è una città molto caotica, qui si organizzano tanti eventi nelle fashion week, la moda si respira ovunque. Durante quelle settimane ho cercato di assorbire quanto più possibile, di essere presente nei vari eventi, mettere i piedi tra installazioni artistiche nei negozi di via Napoleone, tutti illuminati, e luoghi dove si possono vedere le ultime griffe. Ti si aprono occasioni future. In prima persona ho vissuto il backstage di Alexandra Mora, altra stilista internazionale. All’università ci eravamo messi in contatto con questo brand che aveva bisogno di persone poco prima della sfilata, così quella è stata la mia prova sul campo. Stare lì insieme ai modelli e riuscire a vestirli è stato importante, ti accorgi di quanto lavoro c’è dietro, quanto amore per fare una sfilata di pochi minuti».
Tanti gli incontri che hanno segnato le tappe fondative del percorso di Sofia. Tra questi anche la Gcds, il brand streetware diventato una delle grandi case di moda negli ultimi anni. «Abbiamo conosciuto il suo creative director Giuliano Calza, un trentenne di Napoli che è riuscito in poco tempo a creare il suo brand dal nulla. Ma poi sono tanti i miei punti di riferimento. Balenciaga si avvicina al tipo di moda che vorrei fare io, futuristica e all’avanguardia. Il mio desiderio è dare voce a quelle che sono le mie ispirazioni, creare una mia realtà a Milano.


