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IconArt Magazine > Blog > Cultura > Il saluto ad Inge Feltrinelli, la “regina dell’editoria”
Cultura

Il saluto ad Inge Feltrinelli, la “regina dell’editoria”

Inge Feltrinelli ed Hemingway
Inge Feltrinelli ed Hemingway
By Published Settembre 21, 2018
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Aperta fino alle 14.00 la camera ardente di Inge Feltrinelli, l’ultima grande regina dell’editoria, che ci ha lasciato ieri 20 settembre 2018, dopo una lunga malattia. Grande protagonista  della vita culturale del paese, energica e trascinatrice, la Feltrinelli è l’ultima a salutarci, tra i rappresentati di quel mondo dell’editoria che ha avuto personalità come Gallimard, Rosset, Herralde, a cui si è rivolta e con i quali condivideva  “talento ed eccentricità”.

Ma chi era Inge Feltrinelli?

Nata Schoenthal, in Germania, nel 1930, da genitori ebrei tedeschi, la Feltrinelli (cognome assunto dopo l’unione col marito Giangiacomo Feltrinelli) visse il periodo nazista, riuscendo a sopravvivere grazie al fatto che il padre emigrò in Usa e la madre si unì ad un ufficiale tedesco che garantì loro la protezione. Provò la miseria del dopoguerra e il rifiuto dell’affetto paterno quando il genitore la respinse una volta raggiunto in America. Divenne fotografa. Girò il mondo ed immortalò personaggi come Picasso ed Hemingway o Gary Cooper e Greta Garbo. Ad Amburgo incontrò Giangiacomo Feltrinelli, al quale si legò, legando così la sua vita a quella della casa editrice, famosa già a quel tempo per la pubblicazione di importanti opere come “Dottor Zivago” e “Il Gattopardo”. Tra passioni e follie, ad un certo punto i due si divisero, ma fu Inge a riconoscere il corpo dell’ex marito quando fu vittima di un tragico incidente o forse un omicidio. Si disse infatti che Giangiacomo, comunista attivo, fosse morto in seguito allo scoppio di una bomba nel  tentativo di sabotare i tralicci dell’Enel; in realtà invece, non è da escludersi un omicidio politico legato alla conoscenza, da parte dell’editore, di Gladio, l’organizzazione paramilitare nata da un accordo tra servizi segreti italiani e americani. Alla morte dell’ex marito comunque la Feltrinelli seppe trainare la casa editrice, salvandone l’esistenza, governando i cambiamenti ed innovando.

Grazie alle sue qualità – lo scrittore Amos Oz la definì   “un vero vulcano di idee, curiosità e gentilezza” – è riuscita a consegnare nelle mani del figlio un’azienda florida e in salute, nel momento in cui la malattia l’ha costretta al ritiro dalle scene.

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