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Atelier d'Artista

Vigneti e campi coltivati, tinti di nuova luce nei quadri di Nicola Pica

Nicola Pica
Nicola Pica
By Published Luglio 27, 2018
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A partire dal forte cromatismo dei vigneti e dei campi coltivati di Ponte, nel beneventano, Nicola Pica, vincitore del premio IconArt Magazine all’esposizione di arte contemporanea “Biennale del Tirreno” 2018, dipinge panoramiche dove il paesaggio è fatto a pezzi per poi trovare una fusione nel bianco del cielo. Per arrivare nella sua piccola azienda – la Pdg, dove realizza e produce materiale per effetti scenografici – è necessario percorrere l’area delle colline del Calore Irpino Inferiore.

“Qui ci sono tanti vigneti – spiega Nicola Pica – In autunno le foglie cambiano colore. Un giorno mi trovavo su un’altura, da una particolare prospettiva con i vigneti che si estendevano di fronte a me, il sole alto in cielo e una leggera pioggia. Un miscuglio di effetti atmosferici, in base ai quali cambiava la luce solare e di conseguenza cambiavano anche i colori del paesaggio. Da lì nasce il mio concetto di luce bianca, di dipinti costruiti come fossero puzzle di colori”.

Pica la chiama “cromo costruzione”. Tutta la sua pittura si fonda sullo studio della luce e dell’equilibrio cromatico, inserendosi in un particolare settore dell’arte contemporanea che guarda alle leggi dell’Impressionismo. “Nasco impressionista, amo quello stile. Un impressionismo moderno, naturalmente.”

Il pittore e scultore 55enne ha accresciuto il suo amore per l’arte manuale grazie al padre, un radiotecnico con la passione dei presepi. Quando perde il padre deve abbandonare la scuola “…La famiglia aveva bisogno di me e sono andato a lavorare – racconta – Mio zio aveva una piccola impresa di pitturazione. Poi, un giorno, ho incontrato un anziano signore di Napoli, un cosiddetto affreschista… Ne divenni allievo e stretto collaboratore, girando tra Napoli e Caserta, tra abitazioni e chiesette da restaurare”.

Nicola cambia ancora vita dopo il matrimonio, lavorando in una fabbrica di prodotti per l’edilizia, ma nel 2000 riparte da zero fondando la sua azienda per prodotti di scenografia. Nel frattempo torna a dipingere tele e si dedica anche alla scultura, partendo da materiale di polistirolo, cartapesta, resina.

“Mi trovo a mio agio in entrambi i mondi – sottolinea – La pittura è mentale, nella scultura invece c’è molta manualità.” Pica è stato protagonista di diverse mostre nazionali ed internazionali, nelle quali ha portato a casa importanti riconoscimenti premi.

L’intervista completa sulla rivista IconArt Magazine n°02

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