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Doppio appuntamento a New York con Andy Warhol e la sua ossessione per la replicabilità

Shadows Dia Center for the Arts
Shadows Dia Center for the Arts
By Published Dicembre 10, 2018
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Dal 12 novembre, negli spazi del Whitney Museum of American Art (99 Gansevoort Street), Donna De Salvo (deputy director e senior curator), racconterà, fino al 31 marzo 2019, le inquietudini e le fratture di un uomo attraverso un viaggio lungo oltre 350 opere declinate in oltre quarant’anni di attività. Icona della pop art, Andy Warhol è protagonista infatti di “E From A to B and Back Again”, una delle due mostre dell’ autunno newyorkese. Nel suggestivo spazio espositivo realizzato da Renzo Piano, all’ombra dell’Highline, trovano posto i principali lavori che, tra gli anni Settanta ed Ottanta hanno incantato la platea.

Si intitola invece “Shadows” la mostra che, fino al 15 dicembre, troverà posto nel Calvin Klein headquarters (205 West 39th Street) grazie al certosino lavoro svolto dalla Dia Art Foundation che questa volta ha puntato sul colore: 102 tele dipinte a mano, prodotte tra il 1977 e il 1978 ed incentrate su un concetto particolarmente caro a Warhol, quello della percezione… Come spiegano gli organizzatori, realizzato con l’ausilio del suo entourage all’interno della Factory, “Shadows” è stato concepito come un quadro in più parti, con il numero finale di tele vincolato dalla dimensione dello spazio espositivo… Il tema centrale, così come nelle serigrafie di Marylin o di Mao, è quello dell’ossessione…

Parlare di Warhol solo attraverso una parte della sua bulimica produzione è riduttivo. Perché è notorio che per lui la vita è troppo vana per pensare che si possa ingabbiare in schemi rigidi. Di qui la necessità di moltiplicare la società del consumo, obbligandola a specchiarsi più volte. E questo nell’arte, come nella sua originalissima produzione cinematografica. In questo senso la sua celebre Factory che, dal 1962 al 1968, divenne il punto di ritrovo per artisti più o meno conosciuti; per Warhol era il luogo adatto per mettere a frutto idee e intuizioni. Da qui fiori, teschi e icone che hanno irriso e celebrato al tempo stesso il capitalismo, l’esistenza, i suoi doppi…

Articolo completo sulla rivista IconArt Magazine n° 04

 

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TAGGED:Andy WarholNew Yorkpop art
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